di Nino Brancato
"...Affrontare
un discorso su un artista è sempre un modo di individuare una
dimensione umana e culturale. Lartista è un solitario.
Eil più tipico individualista tra gli uomini.
Scontate le ideologie,
Tantillo è andato maturando la sua poetica venendo sempre più
ad assumere una caratterizzazione di svisceramento di quei valori
umani individuali che la nostra civiltà meccanicistica ha messo
in crisi.
Credo, che mai come oggi, il
divario tra uomo e natura sia stato così smisurato e sensibile,
quasi tangibile. Tantillo ne ha percepito le dimensioni: ha
avvertito il muro. Langoscia del problema
lo assilla; che ne sarà delluomo?
Riuscirà a ritrovare se
stesso o resterà di lui solo un ricordo, un assurdo ricordo di
fanciulli che credevano nel sole? Ecco l urgenza che in
Tantillo significa scavare, carpire un elemento che
abbia la forza di un emblema: e in questo contesto, da questa
ricerca di una nuova dimensione umana, sono nate le sue
colombe, i suoi medici, le sue
rose. Una rosa come un grido.
Un pauroso grido nei limiti
assurdi di una realtà sorda.
Una denunzia come una
protesta, quella di Tantillo, che affoga nei gorghi di questa
nostra splendida disumana realtà....